giovedì 11 marzo 2010

Chi può dirlo

Chi può dirlo, cosa ho dentro io. Nessuno, a volte non lo so nemmeno io.
Sento di essere molto diverso dagli altri, specie quando mi rintano dentro l'ombra di me stesso a riflettere, a pensare. Non so dove mi porterà questa vita, cosa farò e chi incontrerò nel mio cammino, ma riesco a scorgere dentro me la strada che sto percorrendo in questo istante.
Se volgo lo sguardo alle mie spalle, vedo chiaramente ogni cosa che mi ha formato, ogni cosa che mi ha reso quello che sono; a volte poco chiare, a volte vive come se respirassero di vita propria, altre esili e impercettibili momenti che il tempo ha smesso di dar loro nutrimento. Se cerco di scorgere ciò che mi sta dinanzi, posso provarci quanto voglio, vedo sempre la solita stancante e pallida statua della paura, a volte più vicina, a volte più lontana. Ogni passo è come una conquista, poichè il terreno su cui poggiano tali passi è solido, sicuro, e pertanto rappresenta la sensazione di avercela fatta anche questa volta.
Conosco cosa si cela dietro quella statua ma non cosa c'è tra me ed essa, è il punto di arrivo del mio cammino, è ciò che è insipegabile a tutti noi e che tormenta ogni mio pensiero prima di lasciare un giorno per trovarne un altro.

E' l'amore.
Quello vero.
Quello che rende viva ogni cellula del corpo.
Quello che non smette mai di far sorgere il sole.
Quello che muove la vita di tutti noi.

Ne ho disperato bisogno.

(Marco)

Nessun commento:

Posta un commento