lunedì 6 settembre 2010

Un Long Island bello carico

Quando l'acol fa effetto e le dita premono freneticamente...

Marionette legate agli stinchi collassati dalla psiche, è questo che osservo da un morbido divanetto con poggiapiedi annesso.
Martelli elettronici che legnano battiti.
Da solo con la testa che gira osservo teste che ruotano a ritmo di merda saltellante, finti sorrisi e scheletri ammassati in angoli di legno.
Qualcuno di fianco a me muove le ossa povere di riflessione a ritmo di merda; e il posto più finto dove luce colorata gira e ritrita produce solo vomito di un povero solitario che se la ride.
Vedo il solito Richie che tenta di attirar l'attenzione, ma l'unico risultato è quello dell'andata, ossia un ammasso di lacci fluorescenti che lavano il bancone degli sporchi dilettanti.

E' tutto finto, di plastica rimbalzante e coridandoli di tristezza.
Odio questi posti, dove l'uomo russa la propria vita in un sogno che crede non finire mai.

Ma è solo la vicinanza di certe persone che rende l'alcol nel bicchiere un po più dolce, come l'ombra viola che il cuore alto produce...

...verso il passo e la voglia di dimenticare un pò di marcio.

(Marco)

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